Il colpo di stato militare del primo febbraio ha riportato il Myanmar nel caos, nella violenza e nell’instabilità degli anni bui delle precedenti dittature. Con il crollo del sistema sanitario ed economico, il drastico aumento degli scontri armati e l’alta partecipazione agli scioperi del Movimento di Disobbedienza Civile, il Paese è ormai paralizzato da oltre sei mesi. I dati e le previsioni dei diversi organismi internazionali parlano chiaro e descrivono un paese al collasso: la Banca Mondiale stima una contrazione del 18% dell’economia nazionale che, aggiunta all’impatto socio-economico della pandemia, porterà 25 milioni di persone, il 48% della popolazione, a vivere sotto la soglia di povertà entro il 2022, di cui 6.2 milioni in condizioni di povertà estrema.