Ermanna Montanari e Marco Martinelli: “Sul Myanmar il nostro riferimento è Albertina Soliani”
Ermanna Montanari e Marco Martinelli, fondatori del Teatro delle Albe, il 20 marzo 2021 al quotidiano Il Manifesto hanno rilasciato una lunga intervista in cui parlano del loro lavoro e dei progetti futuri. La coppia ha ovviamente dedicato una lunga riflessione sulla difficile situazione in Myanmar e su Aung San Suu Kyi, alla quale sono molto legati; a lei hanno dedicato un film Vita agli arresti di Aung San Suu Kyi (2017).
Durante l’intervista hanno parlato dell’Associazione e di Albertina Soliani, con cui hanno da tempo un rapporto di amicizia:
“La situazione si può vedere da punti di vista diversi, il nostro riferimento è sempre Albertina Soliani che del Myanmar ci ha aiutati a capire le complessità piuttosto che semplificare come fa l’Occidente. Noi crediamo che Aung San Suu Kyi ha continuato a sacrificarsi per evitare violenze peggiori – come stanno accadendo in questi giorni – e l‘Occidente ha sbagliato a indebolirla di fronte ai generali: lei difende il suo popolo, i giovani che si stanno facendo uccidere in piazza ma non rinunciano a tenere viva la democrazia contro una casta di aguzzini. La questione dei confini, per esempio: è sempre rimasta in mano ai generali, Aung San Suu Kyi non decideva nulla, è andata al potere coi suoi ma i ministeri chiave erano controlkati dai generali. Avrebbe potuto andarsene, tornare in occidente accusandoli di non permettere la vita democratica nel Paese, avrebbe di certo rafforzato la sua immagine epica. Invece ha scelto di rimanere in una posi zione spinosa. I militari non cederanno perché quel luogo è un pianeta d’oro, a parte l’op pio ci sono grandi miniere ovunque. Aung San Suu Kyi ha cercato di costruire ospedali, scuole. ha o tenuto la cultura, gli artisti, i festival, la sua era una rivoluzione spirituale che per i militari è del tutto risibile”.
Qui l’intervista integrale: