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“Per cambiare il mondo bisogna esserci”

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Roma all’Istituto Sturzo è stato presentato il libro di Albertina Soliani “Tutto si muove e si tiene”.

Tra gli interventi quello di Liliana Cavani:

“Un romanzo di formazione questo bel libro di Albertina Soliani. La storia di una vita, di un viaggio dove ad ogni passo c’è un incontro positivo per il quale è grata. Ci sono 403 nomi di incontri. Li ha numerati una sua amica della Birmania leggendo questo libro che precisa: “credo che il senso di ogni viaggio anche quello che tu hai descritto stia nel fermarsi ad ascoltare chiunque abbia una storia da raccontare..”. Io sono una delle 403 persone e dall’incontro con Albertina fin dalla prima volta è venuta fuori un’amicizia bella importante che avevamo in comune con una persona straordinaria, Margherita Marmiroli,di Campagnola, insegnante eccezionale di liceo,una creatura di spirito profondissimo. Dopo questo incontro anche io sono nella “rete” di Albertina… “tutto si muove e si tiene”….come dice il titolo.

Dal romanzo di una vita di Albertina ho imparato tante cose. E poi due pensieri profondi. Uno  è la frase del titolo”Tutto si muove e tutto si tiene”. Se dovessi esprimere una brevissima sintesi del senso bello della vita tenterei con una frase più o meno simile. L’altra è una frase di Tina Anselmi che Albertina cita: “Per cambiare il mondo bisogna esserci”. La prima frase sembra detta da Eraclito, la seconda da Gesù Cristo stesso. Due frasi che stimolano e  dicono che ogni persona è indispensabile e connessa nella grande rete che connette tutti gli esseri umani e dove di conseguenza  l’azione di bene o di male  di ognuno si riflette su tutti. …e  l’aggancio di Albertina alla causa della Birmania si connette a questo significato come testimoniano le parole di Aung San Suu  Kyi (capo dell’opposizione in Birmania) quando dice “usate la vostra libertà per favorire la nostra”. Queste parole sono rivolte  al nostro Paese grazie al piccolo ministero esteri di Albertina  che ha invitato a Parma questo importante personaggio politico e l’ha fatta assistere al teatro lirico ad una prima di Verdi in occasione del  Festival del Bicentenario.

Dicevo che questo è un romanzo di formazione ma  è anche la storia di una vita che all’inizio poteva sembrare svantaggiata. Figlia di una ragazza madre Albertina sembra destinata a vita difficile. Ma al capezzale di quella  ragazza e della sua bambina devono essere arrivate le Eumenidi, le dame della fortuna dell’antica Grecia, che si dice portassero i loro doni ai bambini che saranno poi fortunati . Portano infatti  alla piccola Albertina questi doni: intelligenza affetti saggezza e successo. E’ accolta infatti con gioia e attenzione anche dal suo paese;  riceverà tutte le cure e un’ ottima istruzione  superiore e avrà successo. Grandissima resta la gratitudine di Albertina per le persone di questo piccolo paese, Boretto perché l’hanno accolta come un dono. Questo spirito di accoglienza e la gratitudine diventeranno pilastri del suo modo di essere, di vivere e di fare politica. La bambina di Boretto ha fatto carriera: diventa preside, diventa poi senatrice e sottosegretaria al Ministero della Pubblica Istruzione ( chi meglio? fatemelo dire). Un’ottima carriera, anzi specialissima, perché accompagnata di pari passo dalla sua maturazione spirituale. Dice infatti Albertina: “mai come in politica ho sentito come decisiva la forza  della spiritualità che la politica esige”. E infatti da questo libro vera “confessione”, emerge la visione ALTA che la Soliani ha della politica.

Albertina considera il dedicarsi alla politica come una VOCAZIONE. Ed è proprio così per lei, una VOCATIO, una “chiamata” avvertita dentro di sé alla quale ha risposto con un alto senso del dovere verso il suo paesino, Boretto e la sua gente, verso la nazione e i suoi concittadini, e verso se stessa. Per questo impegno sentito come “vocatio” Albertina impegna se stessa al massimo . Infatti c’è un    capitolo del libro intitolato “Spiritualità e politica” che mi ha particolarmente commosso . “Mai come in politica –dice – ho sentito come decisiva la forza della spiritualità che la politica  esige”. Che la politica esiga maturazione interiore dovrebbe essere nell’ordine delle cose. Purtroppo vediamo passioni politiche conclamate che poi nei fatti si rivelano come egoistiche avventure per interesse personale. Per i cristiani c’è una parola per definire questo tipo di mentitorie cioè: “sepolcri imbiancati”. Per la  politica non c’è l’apposito termine ma ci sono le ingiurie spicce, ladri, bugiardi, imbroglioni. La politica – ha ragione Albertina –  ha bisogno della spiritualità. E raramente ne ha avuto bisogno come in questo momento. La comprensione, la condivisione e la realizzazione degli articoli della Costituzione  richiedono, come dice lei, un’ adesione spirituale, perché, aggiunge: “ In  essa è nitido lo spartiacque tra il bene e il male e ogni giorno la politica impone di fare scelte importanti e solo una coscienza vigile può farlo”.  E dice anche: “ I luoghi della politica sono luoghi sacri. Lì entravano in gioco la mia coscienza, il mio spirito e l’amore per gli altri”. Albertina è ben cosciente che dedicarsi alla politica richiede anche un impegno spirituale  e sottolinea infatti: “la sofferenza che attraversa la vita delle persone e dei popoli a causa delle scelte politiche  è un anche un impegno spirituale che solo uno spirito libero e vigile può intendere”. La Soliani ha  perfettamente ragione e mi  viene purtroppo  da domandarmi: quanti spiriti liberi riusciamo a  preferire quando andiamo a votare? Se i luoghi della politica sono sacri come dice Albertina e la politica un’azione altrettanto sacra come l’intendeva Pericle e anche Cicerone e anche come lo intendiamo noi e tanti altri cittadini viene da piangere al pensiero della dissacrazione alla quale assistiamo da troppi anni. C’è stato forse un generale volgare fraintendimento e mistificatorio della parola stessa “democrazia” e del suo significato vero? La Democratìa greca che significa governo popolare intesa a braccio, volgarizzata? Intesa alla buona da molti eletti: “ Sono stato eletto dal popolo, tutto quello che faccio dopotutto  è popolare”. Anche fare il proprio interesse. Tanto è vero che senatori presi con le mani nel sacco si stupiscono e cadono dalle nuvole. Altro che luoghi sacri, vocazione spirituale. Albertina tuttavia non perde troppo tempo in lamentazioni vane. “Sentinella quanto resta della notte?” chiede citando Isaia e risponde alla domanda con un pacato “è ancora notte”. Ma insiste a dire che è più che mai il tempo dell’uomo interiore che vive le virtù cardinali: la temperanza, la fortezza, la prudenza, la giustizia. Laicamente, precisa. E’ dell’idea che il politico  abbia anche il compito di dare esempio di educazione politica .Sarebbe urgente che fosse così. Siamo viceversa di fronte a furbesche esposizioni e tranelli nonostante l’urgenza di  recuperare passi perduti di civiltà. Chi può farlo capire a tanti nostri  parlamentari? Chi può obbligarli a leggere questo libro?

Chi può invitarli alla spiritualità della politica che la Soliani ritiene fondamentale e suggerisce?

La fede di Albertina nella politica, la fede che l’azione politica possa costruire un mondo migliore fatto di collaborazione tra nazioni. Con la sua fede intravvede e crede in una Storia in divenire fondata su una generale consapevolezza politica più matura fino a rasentare quel sentimento di fratellanza che tra i primi laici Francesco di Assisi riuscì a comunicare.

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