“Cari Amici” di Albertina Soliani – 8 agosto 2024
«Cari Amici,
sono rientrata ieri dal Brasile, con un nuovo punto di vista sul mondo.
Penso a questi giorni vissuti nel Rio Grande do Sul, a Porto Alegre colpita dall’alluvione, a Santa Maria, poi a Brasilia. Ho partecipato al 16° Congresso della Rede Unida, l’Associazione nata dalla collaborazione tra municipalità, università, società civile brasiliana e Regione Emilia-Romagna almeno una decina di anni fa, alle quale si è aggiunto il Myanmar democratico.
Rede Unida presente nei luoghi del conflitto, senza attendere la sua fine. Una rete per lo scambio di buone pratiche, per la riflessione e la ricerca sulla salute pubblica come “bem viver” della comunità, nella sua radicale connessione con la democrazia e la partecipazione popolare, per l’innovazione nelle politiche pubbliche. Una rete internazionale che affronta i grandi temi della vita dentro la politica: la salute, l’educazione, l’alimentazione, la cura del pianeta, la democrazia.
Un’immersione nella realtà potente di un grande Paese. Il Brasile, ricco di identità, con un forte bisogno di uguaglianza e di diritti, con una grande spinta alla partecipazione. Presenti, con la Regione Emila Romagna, l’Università di Parma, le Amministrazioni Comunali di Bologna e di Parma, dirigenti del sistema sanitario della nostra Regione, il volontariato come le Cucine Popolari di Bologna e Volabo. Abbiamo confrontato i nostri servizi e i nostri sistemi partecipativi, assai attivi con i patti sociali di Parma e di Bologna.
Abbiamo anche incontrato esponenti del Governo brasiliano della salute e dell’educazione, e abbiamo presentato la nostra missione all’Ambasciatore d’Italia a Brasilia. Mi è risultata più chiara la prospettiva del futuro: la sfida della democrazia è il nostro principale impegno oggi. È una grande sfida politica, per tempi nuovi. La salute pubblica, come l’istruzione, nasce dalla democrazia, ne è un cardine. Entrambe proteggono la dignità di ogni persona, costruiscono comunità. Oggi hanno una dimensione globale attraversata dalle reti con una unica visione del futuro.
Sappiamo come tutto questo sia oggi minacciato sulla scena del mondo, a casa nostra e in ogni continente. La visione globale del mondo ci chiama tutti, oggi, ad un impegno consapevole per difendere ovunque la democrazia. Su questo sono stata concentrata in questi giorni in terra brasiliana. Difenderla attraverso le reti della diplomazia civile, delle istituzioni locali e translocali, della partecipazione dal basso, della cultura. La rete delle città, chiamate a sostenere il dialogo internazionale, così fragile oggi. Le città come soggetto politico nella comunità internazionale che vede oggi il grande indebolimento dell’ONU e delle sue organizzazioni, più di settant’anni dopo. Ne ho parlato con Maria De Rosario, candidata alle prossime elezioni municipali di ottobre a Sindaco (Prefetta) della città di Porto Alegre. La sua vice sarà una giovane donna, espressione della cultura delle popolazioni africane.
Diverse culture, grande passione politica, protagonismo delle donne. Oggi alla guida del mondo. Per gli USA sta correndo Kamala Harris. Ho visto nascere davvero il mondo nuovo. Che ha una grande energia, una grande consapevolezza democratica, una profonda convinzione antifascista. Lo stesso messaggio dei Cervi, del mappamondo sul trattore, ha attraversato i nostri giorni nella terra che vede molti figli di immigrati italiani, 150 anni dopo. Il gruppo più grande di italiani nel mondo. La terra dove è stato Garibaldi, come ha ricordato il Presidente Mattarella nella sua memorabile visita di qualche settimana fa.
Ho incontrato, a Santa Maria, Olivio Dutra, anziano, mitico compagno di Lula nella fondazione del Partito dei Lavoratori, Ministro nel Governo del Brasile e del Rio Grande do Sul. Per lui tutti hanno grande rispetto, come a uno dei fondatori della democrazia in Brasile.
Gli ho consegnato la targa dell’Istituto Alcide Cervi, era commosso dal mappamondo sul trattore. Un simbolo di ieri che resta per sempre una profezia. Oggi il Brasile guida il G20, e l’Italia il G7. Lula ha proposto una grande alleanza globale per vincere fame e povertà, anche tassando le grandi ricchezze. C’è bisogno di questo oggi nel mondo: una grande visione politica, di umanità, di uguaglianza, di pace, con la connessione di grandi reti globali, translocali, che uniscano soggetti diversi e ricoprano il pianeta.
Il mondo nuovo nasce ora, nasce dalla nostra consapevolezza, dall’azione della politica, dalla volontà dei cittadini. Tutto questo in Brasile è in gioco adesso, nelle prossime elezioni municipali di ottobre che riguarderanno i 5000 comuni. È ancora aperta la sfida con il partito di Bolsonaro e le sue milizie, sostenuti da molte chiese evangeliche, ricche di denaro, impegnate nella manipolazione del popolo. Rede Unida è un esempio di rete libera e democratica, con i piedi per terra, nel campo delle disuguaglianze e della sofferenza, con la mente e il cuore ben radicati nell’umanità del popolo, nella competenza professionale, nell’intelligenza della democrazia.
Rede Unida lavora anche con il Myanmar, con la sua rivoluzione di primavera, anche attraverso corsi online di formazione per gli studenti che combattono per la democrazia, con le Università Federale del Rio Grande del Nord del Brasile e con l’Università di Parma.
Antifascismo, democrazia, partecipazione popolare, diritti universali: sono la stessa cosa, sono nelle mani nostre, non solo in quelle dei capi di governo. L’universalismo dei diritti è l’espressione dell’antifascismo globale, delle resistenze in ogni dove. Connetterci con esse è il nostro impegno oggi per il futuro dell’umanità. Nella riflessione così impetuosa del congresso internazionale di Rede Unida ho ritrovato le orme del cammino della teologia della liberazione, dell’economia sociale, perfino scritta su un muro dell’edificio della diocesi di Santa Maria, la Chiesa del Card. Aloisio Lorscheider, culla del movimento della Speranza di cui ci ha parlato online dal Mozambico una suora missionaria di Santa Maria.
Le resistenze ci sono sempre. Alla fine di aprile del 1945 a Fornovo di Taro vennero catturati dagli alleati 15.000 soldati tedeschi in fuga. Fu la Sacca di Fornovo. Quegli alleati erano le truppe della Força Epiditionaria Brasileira che intimarono la resa incondizionata. Li guidava il Colonnello Nelson De Mello del 6° reggimento. Erano sbarcati in Italia il 16 luglio 1944. Sono stata vicina, in questi giorni, a Cinzia, una grande indigena brasiliana. Era arrivata dalla foresta dopo ore e ore di viaggio, prima su un carretto, poi su più aerei, con attese negli aeroporti. Viene dalla foresta la sua anima potente.
Naturalmente usa anche il telefonino. Ecco la connessione dell’anima profonda dell’umanità con la tecnologia. Una mattina, davanti all’albergo, l’abbiamo sorpresa in piedi, mentre cantava una preghiera con grandi gesti della mano. Era il sorgere del sole. Poi ci disse che aveva pregato per placare il vento, davvero fortissimo. In questa stagione, in quell’area, la corrente che viene dall’Argentina si scontra con quella dell’Atlantico. Una unità profonda con la madre terra, quella di Cinzia. Rede Unida pubblica anche libri online, si leggono gratuitamente. In questi giorni ha distribuito il mio libro “Tutto si muove, tutto si tiene”, in portoghese grazie alla traduzione veloce e amorevole di Alessandra Allegri, italiana che vive a Rio de Janeiro.
Grazie a tutti: ad Alçindo Antonio Ferla, rieletto coordinatore di Rede Unida, a Maria Augusta Nicoli, vice coordinatrice, a ciascuno. Italiani, brasiliani, di altri Paesi dell’America Centro Sud. A San Paolo, all’aeroporto, ho incontrato Guido Brunazzi, di Parma. In Brasile ha fatto nascere dal nulla una azienda per la distribuzione del cibo di Parma e dell’Italia. Parla il portoghese, lo ho visto a casa sua.
Bem viver, per un mondo di pace. È stata la chiave del congresso.
La salute è più della prestazione sanitaria. È il filo dell’umanità che ama l’altro, che cura la terra, che protegge il futuro. L’Europa sarà di questa partita? Lo spero. Così abbiamo vinto le ultime elezioni per il Parlamento Europeo.
E l’Italia? e che altro vorrà essere, se non il destino che la sua anima richiede?
Sulla copertina del mio libro in portoghese hanno messo il volto Aung San Suu Kyi. Ci sono i suoi occhi.
Tutto si tiene.
Mi aveva scritto una volta Mae Soe: “c’è amore in ogni cosa e tutte le cose sono la stessa cosa”.
Buon Ferragosto.
Io quel giorno sarò nel Trentino, per una commemorazione partigiana.
La Resistenza continua.
A presto.
Albertina.»