CARI AMICI DI ALBERTINA SOLIANI

“Cari Amici” di Albertina Soliani – 3 agosto 2022

«Cari Amici,

Viviamo pericolosamente. Con le elezioni in Italia tra qualche settimana nelle quali rischiamo l’osso del collo.

Sono a rischio le nostre vite quotidiane: la salute, la scuola, il lavoro, la cultura, la sicurezza sociale, l’ambiente, il profilo civile delle nostre comunità. Tutto questo si chiama antifascismo, cioè umanità. Contro ogni forma di fascismo, che è la disumanità.

È a rischio, nelle prossime elezioni, il destino dell’Italia, e contemporaneamente il ruolo dell’Europa.

Un’Italia democratica ed europea nel Mediterraneo è un’altra cosa da un’Italia in preda alla paura, al populismo, lontana dall’Europa, rattrappita su se stessa. Sperduta e irrilevante nel mondo.

Con le nuove generazioni che nei prossimi decenni dovranno faticare moltissimo per recuperare il recuperabile di un Paese in declino.

Abbiamo la possibilità, nelle prossime settimane, di rovesciare il corso della storia che sembra oggi ineluttabile. Possiamo rimettere l’Italia sulla strada della fiducia: della fiducia nel futuro, nei valori umani universali, nella dignità umana, con la bussola della responsabilità, della scelta.

Quanta distanza si è determinata tra le persone e la politica. Eppure avvertiamo una grande domanda di cambiamento, un grande bisogno di unità, di investire nelle energie positive.

In queste ore gli accordi della politica sono la premessa per una corsa elettorale vincente. È possibile dare prospettive positive all’Italia, questo è l’impegno che ci è richiesto oggi. Un tornante decisivo per il nostro futuro.

Dal 25 luglio al 25 settembre. In continuità. Il giorno della pastasciutta antifascista continua. Sempre antifascista, perché contraria alla pianta del fascismo, mai estirpata del tutto. La cifra della pastasciutta di Casa Cervi, che negli anni si è diramata in tutta Italia, è questa. Attenti a non modificarne la natura, a vedere solo una parte e non il tutto. È tempo di renderne esplicito tutto il significato e l’impegno. L’impegno di un popolo che sa leggere le sfide della storia e fa camminare la storia verso esiti migliori. La pastasciutta di Casa Cervi nei prossimi anni, così come il 25 aprile, dovranno parlare al popolo e al Paese in modo nuovo e decisivo. L’Istituto Alcide Cervi ci sta pensando. Siamo impegnati nel nuovo cammino perché sappiamo che la storia è soltanto nelle nostre mani.

Il 2 agosto sono stata a Bologna, alla commemorazione della strage alla Stazione, 42 anni dopo. Molte vite spezzate per ragioni politiche, per intimidire un Paese intero e imprimere una svolta di destra fuori dalla democrazia, con mano fascista. Il reggiano Paolo Bellini coinvolto per decenni nelle trame più oscure, con molte coperture. Ecco cosa siamo, un possibile Paese fascista, manovrato senza scrupoli e con enorme crudeltà. Oppure un Paese democratico, pacifico e libero, che sa opporre resistenza a queste trame.

Oggi tocca a noi resistere.

Vedo con preoccupazione le nubi nere nel cielo del mondo, vedo l’assenza di riferimenti politici per resistere alle violenze, alle dittature, alle guerre, per proteggere le democrazie, per costruire un mondo migliore, in pace. Vedo il diritto sotto scacco, quello interno, penso al popolo del Myanmar, imprigionato e calpestato, penso a quello internazionale, pressoché assente sulla scena mondiale. Vedo il potere senza limiti del denaro e delle armi, il balbettio della politica, la mancanza di visione, l’assenza di coraggio. Il timore di assumere responsabilità.

Questo luglio ha visto l’esecuzione delle 4 condanne a morte in Myanmar, anche quella del nostro Ko Jimmy, un caro amico. Alcune foto ci ritraggono insieme nel 2013, a Yangon insieme con Giuseppe.

Il Comune di Parma, come il Consiglio Comunale di Firenze, ha manifestato la sua condanna. E così l’Università di Parma, da anni in rapporto di amicizia con il Myanmar.

Vi allego il comunicato del Comune di Parma e quello in italiano di Alliance for a Democratic Myanmar.

Chi fermerà i militari? La Cina, con gli USA? Vedete come siamo messi. Ci lavoriamo, come possibile. Intanto il popolo birmano resiste, e muore. La grande sofferenza universale è la forza che cambia la storia.

Aung San Suu Kyi è più che mai isolata, non filtrano quasi più notizie.

Confido nella sua, e nostra, forza spirituale e morale. L’essenziale è lì, quando arrivano le sfide estreme. Là tutti sono a rischio, anche lei. Il regime ha fatto del Myanmar una repubblica di assassini.

Ci unisce l’essenziale, lo spirito, che determina i nostri pensieri e le nostre azioni, quelle quotidiane, quelle politiche. Tutto è la stessa cosa, in Italia e nel mondo. Tutto si tiene: la moralità delle scelte, l’unità delle energie positive, la domanda di un mondo migliore che nasce in ogni parte della terra. Nella lunga storia dell’umanità è lo spirito delle persone e dei popoli che dà il senso alle scelte, che consegna alle nuove generazioni l’eredità di quella precedente. I nostri personali destini sono dentro questo comune cammino.

Verranno buone notizie, l’attuale rivolgimento le porta in grembo.

Non so quando, ma verranno.

A presto».

Albertina Soliani
Presidente Istituto Alcide Cervi

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